Effetto dei beta-bloccanti nel trattamento della malattia polmonare ostruttiva cronica
E’ stato esaminato l'effetto dei beta-bloccanti nella gestione della malattia polmonare ostruttiva cronica ( BPCO ), valutando il loro effetto sulla mortalità, sui ricoveri ospedalieri, e sulle riacutizzazioni, quando aggiunti al trattamento stabilito per la BPCO.
E’ stato elaborato uno studio di coorte retrospettivo utilizzando un database specifico di pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva ( TARDIS ) nel periodo dal 2001 al 2010.
In totale sono stati identificati 5977 pazienti di età pari a 50 anni o superiore con una diagnosi di BPCO.
Sono stati valutati l’hazard ratio di mortalità per tutte le cause, l’uso urgente di corticosteroidi orali, e i ricoveri ospedalieri per cause respiratorie.
Il follow-up medio è stato di 4.35 anni, l’età media alla diagnosi di 69.1 anni, e l'88% dei beta-bloccanti utilizzati erano cardioselettivi.
C'è stata una riduzione complessiva del 22% per tutte le cause di mortalità con l'uso di beta-bloccanti. Inoltre, ci sono stati benefici aggiuntivi dei beta-bloccanti sulla mortalità per tutte le cause in tutte le fasi di trattamento per la BPCO.
Rispetto ai controlli ( trattati con la sola terapia inalatoria sia con beta agonisti a breve durata d’azione [ SABA ] che con antimuscarinici a breve durata d’azione ), l'hazard ratio aggiustato per la mortalità per tutte le cause è stato di 0.28 per il trattamento con corticosteroidi inalatori, beta agonisti a lunga durata d’azione ( LABA ), e antimuscarinici a lunga durata d'azione più beta-bloccante, rispetto a 0.43 senza il beta-bloccante.
Andamenti simili hanno mostrato i benefici additivi dei beta-bloccanti nel ridurre l'uso di corticosteroidi per via orale e i ricoveri ospedalieri dovuti a malattie respiratorie.
I beta-bloccanti non hanno avuto un impatto negativo sulla funzione polmonare in tutte le fasi di trattamento quando somministrati in combinazione sia con un beta-agonisti a lunga durata d’azione che con un farmaco antimuscarinico.
In conclusione, i beta-bloccanti possono ridurre la mortalità e le riacutizzazioni della malattia polmonare ostruttiva cronica, quando aggiunti alla terapia inalatoria graduale stabilita, indipendentemente da evidenti malattie cardiovascolari e da farmaci per il cuore, e senza effetti nocivi sulla funzione polmonare. ( Xagena2011 )
Short PM et al, Br Med J 2011; 342: d2549
Pneumo2011 Farma2011
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